16 giu 2010

Joshua Tree desert National Park

David, cappello da cowboy e jeans sdruciti, ci fa capire che prima di fare benzina occorre recarsi alla cassa a pagare. Da queste parti devi prima decidere la cifra,paghi e solo dopo hai l'ok per fare benzina. Ha un grosso fuoristrada,tipo pick-up, è di Twentynine Palms un paese distante poche miglia. Ci chiede se siamo diretti al Joshua Tree desert e poi ci racconta che qualche giorno fa alcuni turisti tedeschi si sono persi cercando l'ingresso del parco. Già ma noi siamo italiani ! E allora ci informa che dopo la visita del deserto a Twentynine Palms ci sono Pizzerie e Ristoranti dove si mangia dell'ottima pasta proprio come in Italia.  David è un chicchierone e non ci molla più. Alla fine desiste e ci indica la strada per Joshua Tree.  Il ranger ci controlla il pass e ci fornisce la cartina. Non c'è benzina ne' acqua in tutto il parco e l'uscita sud dista circa 70 miglia. Un sole caldo un cielo azzurro terso nel quale si stagliano piegati dal vento i netti contorni delle piante di Yucca con le braccia che si protendono verso il cielo, gli alberi di Joshua. Così lo videro i primi pionieri mormoni, come Giosuè che alzò le braccia al cielo e fermò il sole per far si che gli ebrei potessero vincere la battaglia .
“Sole, fermati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon".”Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici”. (La Bibbia - Giosuè 10).
Un po' di misticismo forse ispirò Bono e i suoi a registrare il primo album americano della band degli U2 dandogli il nome di questo luogo.
Nel Black Rock trail un piccolo coyote salta fuori da un cespuglio e fugge velocissimo. Diversi cartelli indicano di fare attenzione ai rattle-snake, così chiamano i serpenti a sonagli da queste parti, specie protetta, indispensabile al mantenimento dell'ecosistema. La cosa non ci tranquillizza affatto. Così camminando lungo l'esile traccia del sentiero cerchiamo di fare un po' di rumore per avvisare della nostra presenza. Un gran silenzio rotto solo dalle voci lontane di pochi altri escursionisti avventuratesi sotto il sole cocente tra le rocce rosa dell' Hidden trail alla ricerca della valle nascosta dove agli alberi di yucca si aggiungono le gialle infiorescenze della Parry's Nolina o le piccole Scrub Oak e tra i tagli delle rocce fa capolino qualche timida Iguana del deserto pronta a rintanarsi appena ci avviciniamo. La strada verso Keys View corre tra mille braccia protese, un Red Snake attorcigliato su se stesso nel bel mezzo della strada in attesa di decidere il da farsi, segnala la propria presenza nella speranza di non essere schiacciato dalle rare auto. Keys View, nel punto più alto del parco, ci regala la vista della faglia di S. Andrea, la spaccatura della dorsale medio-atlantica e poi in fondo verso il New Mexico. Nell'area da pic-nic un piccolo scoiattolo striato, l'Antelope Squirrel, si avvicina in cerca di cibo.
Nella lunga discesa verso l'uscita sud di Cottonwood Springs, le yucca come per incanto svaniscono nel fondo del Wilson Canyon lasciando il posto a spinose piante grasse mentre il deserto mostra il suo aspetto più inquietante di sassi e bassi arbusti in un panorama sconfinato. Siamo al Cholla Garden, un giardino non proprio all'inglese, con piante dai mille aculei e sentieri polverosi che lo attaversano. Dopo poche miglia la casetta del ranger ci avvisa che stiamo uscendo dai confini del parco. Tra breve saremo sulla Freeway 10 in direzione est verso Phoenix.

by LuRosNET - America on the road 2009